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Antifascisti savonesi e guerra di Spagna
"Miliziani rossi" e altri "sovversivi" nelle carte della Regia Questura di Savona
La prima parte di questo lavoro è dedicata alle vicende personali di ventisei combattenti nelle Brigate Internazionali: i "miliziani rossi". Allo scoppio della guerra civile spagnola, ben ventuno dei ventisette antifascisti savonesi che parteciperanno alla guerra civile erano già espatriati negli anni '20 e '30. La maggior parte erano "fuorusciti" per motivi politici, in quanto avversari del regime fascista, ma altri lo erano per motivi di lavoro. Il caso di Gazzaniga Carlo, che si arruola volontario nel Corpo di spedizione italiano inviato da Mussolini (C.T.V.), è particolare perché era condannato ad una pena detentiva. Sei antifascisti espatriano clandestinamente solo per motivi ideologici: Bianchi Libero, Dughetti Giuseppe, Pajetta Pietro, Siri Francesco, Spallarossa Carlo e Strazzi Attilio. Durante la guerra Dughetti, Siri e Strazzi muoiono in combattimento. Al termine della guerra civile spagnola, dopo la "retirada" e il conseguente l'internamento nei campi di concentramento francesi, otto reduci delle Brigate Internazionali sono restituiti alle autorità italiane in base alle clausole dell'armistizio italo-francese del 1940. Subiscono l'assegnazione al confino a Ventotene Bianchi Libero, Carpino Tommaso, Cecchin Costanzo, Giordano Stefano, Isolica Amedeo, Tamponi Ottavio, Torcello Silvio e Vallarino Luigi. L'ex prigioniero dei "miliziani rossi", Gazzaniga Carlo, è condannato al carcere militare a Gaeta. Dall'8 settembre 1943, quattordici antifascisti prendono parte alla lotta di Liberazione in Italia e in Francia e alcuni di loro ricoprono incarichi di comando, conseguenza dell'esperienza spagnola: Belviso Emilia, Bianchi Libero, Calandrone Giacomo, Carpino Tommaso, Cecchin Costanzo, Gazzaniga Carlo, Giordano Stefano, Isolica Amedeo, Marzocchi Umberto, Oxilia Italo, Pajetta Pietro, Raspino Vincenzo, Torcello Silvio e Vallarino Luigi. Cecchin, Pajetta, Raspino e Torcello perdono la vita.

La seconda parte del presente lavoro è dedicata a diciannove antifascisti, i "sovversivi", che a Savona, durante la guerra civile spagnola, hanno cooperato mediante l'arruolamento di volontari e la propaganda antifascista con l'ascolto delle trasmissioni radio. Sono stati arrestati durante le operazioni anticomuniste organizzate dall'OVRA nel 1937-1938. Quattro sono condannati dal Tribunale Speciale alla detenzione in carcere: Cardona Paolo, Garabello Ambrogio, Palmieri Alcibiade e Trevisan Pietro. Otto sono assegnati al confino di polizia: Bertazzoni Dario, Crotta Giuseppe, Ghitti Lorenzo, Lunardelli Amilcare, Nesti Ettore, Nizza Ugo, Pirotti Giovanni e Udine Carlo. Sette sono sottoposti al vincolo dell'ammonizione: Bozzano Vincenzo, Cardi Giovanni, Giacchero Bartolomeo, Ternelli Giusto, Urchi Giuseppe, Viano Giuseppe e Vigo Tommaso. In alcuni fascicoli personali sono state trovate lettere scritte a famigliari e amici dato che la corrispondenza diretta era sottoposta a controllo, veniva trascritta e successivamente documento di prova per l'assegnazione al confino di polizia.