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Attività ribelli
La Resistenza savonese nei rapporti dei prefetti (gennaio 1944 - aprile 1945)
Il corpo documentario che viene presentato serve agli studiosi che vogliano leggere i fatti della Resistenza da una visuale diversa, cioè dalla parte avversaria, da chi quei fatti li doveva contrastare ma che spesso otteneva scarsi risultati. I rapporti inviati dai prefetti e dai questori ai loro superiori durante la Repubblica Sociale sono caratterizzati dalla capillarità e dalla tempestività. Ma le segnalazioni delle attività dei ribelli spesso si limitano alla descrizione dei fatti criminosi: all'inizio del movimento resistenziale sono prevalenti i furti di armi e di alimenti, di materiali dalle industrie, di denaro ai proprietari collaborazionisti effettuati da ignoti per passare nel corso dei mesi ad azioni militari vere e proprie, a sabotaggi, a incursioni su presidi isolati. I "ribelli" restano anonimi per molti mesi, dalle prime segnalazioni inviate nel gennaio 1944 si dovrà attendere fino al 7 giugno, quando verrà identificata una banda capeggiata da Matteo Abindi, detto "il biondino". Le notizie confidenziali fornite dagli informatori sono sempre vaghe e inattendibili, esse sono il frutto di un'attività cospirativa ben organizzata.